Visita ad Auschwitz-Birkenau

Almeno una volta nella vita reputo che sia doveroso visitare il campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz-Birkenau. I libri a volte non bastano per raccontare qualcosa di talmente atroce da sembrare irreale. Sono reali, invece, tutti i crimini contro l’umanità compiuti su ebrei, rom, omosessuali, portatori di handicap, slavi, prigionieri politici, e altre minoranze, negli anni della Seconda Guerra Mondiale nei campi in Germania, Polonia, Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca e tanti altri Stati.


Auschwitz: un orrore a cielo aperto

Auschwitz-Birkenau è stato il più grande campo di concentramento nazista e anche il più conosciuto grazie ai racconti dei prigionieri sopravvissuti e non, come quello della piccola Anna Frank. Il campo è situato in Polonia, nella località di Oświęcim, ed era diviso principalmente in due sezioni: Auschwitz I (la parte più piccola) e Auschwitz II (Birkenau).

Un volta arrivati ad Auschwitz I e superati i controlli all’entrata vi daranno le radioline per poter ascoltare la vostra guida. Dopo qualche centinaio di metri di cammino vi troverete di fronte alla celebre scritta: Arbeit macht frei (il lavoro rende liberi) e inizierà ufficialmente la visita. Il campo è suddiviso in blocchi alcuni dei quali, oggi, contengono musei ed esposizioni nazionali.


Blocco 4 Auschwitz I

Un’esposizione vi racconterà della cruda storia di Auschwitz: il campo venne ideato nel 1941 da Heinrich Himmler, comandante delle SS, come luogo dello sterminio totale degli ebrei. A partire dal 1942 si dette inizio allo sterminio sistematico e da ogni parte dell’Europa i prigionieri arrivavano stipati su treni merce. La maggior parte veniva inviata direttamente nelle camere a gas a morire, per questo ancora oggi non si è a conoscenza del numero preciso di morti totale. Le stime sono comunque spaventose (più di 1 milione di persone).

Nelle camere a gas veniva utilizzato il Ziklon B, agente tossico in cristalli, prodotto da alcune ditte tedesche e inviate ad Auschwitz in barattoli di latta, molti dei quali sono stati ritrovati abbandonati dopo la fuga dei tedeschi nel 1945.

Blocco 5 Auschwitz I

Tutti gli oggetti dei prigionieri, in particolare quelli di valore, erano confiscati, usati dalle SS o inviati in Germania per la popolazione civile. Nei giorni prima della liberazione del campo, per evitare che rimanessero tracce dei propri crimini, i nazisti dettero fuoco ai vari magazzini contenenti valigie, scarpe, vestiti, occhiali, stoviglie e protesi, ma non riuscendo del tutto.

Blocco 6 Auschwitz I

Dopo le confische, i nuovi arrivati al campo venivano rasati e sottoposti alla disinfestazione. Solo nei primi anni di funzionamento del campo i prigionieri venivano registrati e fotografati, ma presto si sostituì questa pratica tatuando a fuoco sulla pelle i numeri identificativi. Ai detenuti venivano date delle casacche a righe, contrassegnate da triangoli di diverso colore: il rosso per i prigionieri politici, il nero per i rom, il rosa per gli omosessuali e il giallo con un triangolo per gli ebrei.

Blocco 11 Auschwitz I

Il blocco 11 di Auschwitz era denominato blocco della morte perché ci alloggiavano quei prigionieri che dovevano essere condannati a morte. Le esecuzioni si svolgevano nel cortile, in particolare contro il muro che stava tra il blocco 10 e l’11.


Nei sotterranei del blocco vennero fatte le prime prove di uccisione di massa con il Ziklon B, tecnica utilizzata in modo sistematico poi ad Auschwitz-Birkenau. Nel blocco era detenuto chiunque fosse sospettato di aver compiuto qualcosa di illegale (aver aiutato un compagno a scappare, aver rubato del cibo dalle cucine, ecc..). Inoltre c’erano diversi tipi di celle punitive, alcune talmente piccole che i prigionieri morivano soffocati.


Il forno crematorio era situato al di fuori del recinto del campo di concentramento. Davanti alla sua entrata, nel posto dove un tempo si trovava la baracca della Gestapo, è stata collocata la forca alla quale nel 1947 fu eseguita la condanna a morte del primo comandante del campo, Rudolf Höss.


Auschwitz-Birkenau

La sezione di Auschwitz-Birkenau si trova a 3km circa da Auschwitz I. Il campo venne costruito cacciando gli abitanti polacchi del posto: le loro case furono smantellate e i materiali ricavati, utilizzati per costruire le nuove baracche dei prigionieri (in muratura o in legno). In totale gli edifici, tutti disposti in ordine simmetrico, erano 300, e solo alcuni non sono stati distrutti ad inizio del 1945 dai nazisti in fuga.


Nei primi anni di funzionamento del campo i prigionieri arrivavano ad una stazione vicina e poi raggiungevano a piedi il luogo di prigionia. Nel 1943 i nazisti fecero, invece, costruire le rotaie agli stessi detenuti all’interno di Auschwitz-Birkenau in modo che le persone arrivassero direttamente nel campo e la maggior parte potesse essere mandata subito nelle camera a gas.


Dopo le baracche, al di là di siepi, si nascondeva la zona delle camere a gas e dei forni crematori. Fino all’ultimo si cercava di non far trapelare la verità agli ebrei sulle camere a gas e i forni. I cadaveri recuperati dalle camere erano sottoposti ad una procedura particolare: alle donne venivano tagliati i capelli inviati successivamente in Germania, a tutti venivano estratti i denti d’oro. Infine i morti erano caricati su montacarichi e portati a bruciare nei forni. Coloro che si occupavano di tutto erano sempre altri prigionieri che facevano parte di una squadra speciale denominata Sonderkommando.


I nazisti sceglievano per questo compito solitamente uomini giovani e molto robusti, a nessuno di loro era spiegato il compito che stava per essere loro affidato: in genere si trovavano a contatto con il nuovo incarico, posti di fronte ad una pila di cadaveri da trattare.

Consigli pratici per Auschwitz

Consiglio vivamente di prenotare con largo anticipo la vostra visita ad Auschwitz. Potrete prenotare sia sul sito ufficiale di Auschwitz con la guida, sia con vari tour operator se desiderate avere anche programmato il viaggio in pullman. Io personalmente ho prenotato su Get your guide e mi sono trovata benissimo: il giorno prima mi hanno inviato le coordinate di ritrovo da Cracovia e l’orario preciso di partenza. La visita in totale dura circa 8 ore perché da Cracovia (qui trovate il mio articolo su cosa visitare in città) si impiega un’ora e mezzo ad arrivare ai campi. Ultimo consiglio è di portarvi con voi il pranzo al sacco e dell’acqua per la visita: nei presi di Auschwitz non c’è molto per rifocillarsi.


Amici, fra circa un mese sarà la Giornata della Memoria, per non dimenticare le atroci sofferenze e le disumanità compiute da altri essere umani. Disumanità che ancora oggi perpetrano contro altri popoli, altri etnie e altre minoranze. Il 27 gennaio ricordiamoci di tutti.

Stay tuned

Bebi